Ho compilato il form allegando la foto di questa tazzina qui:
Ora ditemi voi che senso avrà - nel caso in cui accettassero la mia candidatura - esporre una tazzina bianca alta 7 cm su un cubo bianco di plastica di 40x40x40 cm.
Ditemi voi.
Ho compilato il form allegando la foto di questa tazzina qui:
Ora ditemi voi che senso avrà - nel caso in cui accettassero la mia candidatura - esporre una tazzina bianca alta 7 cm su un cubo bianco di plastica di 40x40x40 cm.
Ditemi voi.
Niente, come non detto.
Contatto via messaggio la persona che organizza la fiera. Chiedo info su requisiti, modalità etc.
Mi dicono che prima bisogna inviare le foto dei pezzi che si vogliono esporre.
Io non ho pezzi "buoni" in casa, ma contavo di riuscirne a fare qualcuno nei prossimi giorni.
Chiedo quanti giorni prima vadano fatte avere le foto.
Mi viene risposto seccamente "Prima possibile".
Vabbè, ho capito: sarà per l'anno prossimo
Grazie delle risposte: vedo se riesco a portare un po' di cose a cuocere. Le cose "belle" le avevo date via.
Una tazza bella che ho in casa si è sbeccata e quindi non mostrabile.
Vediamo.
Alla fiera della ceramica di quest'anno, c'è la possibilità di esporre anche per gli stronzi come me, alla modica somma di 50 euri (ti danno un cubo di 40x40 da riempire con qualche opera).
Io vorrei ma non so cosa portare.
Dice due o tre pezzi "rappresentativi del tuo lavoro".
Help
I miei occhi vedono solo tre grossi bradipi, di cui uno intento ad arricciare un nastro dorato con la lama delle forbici,
che si muovono sempre più lentamente e parlano altrettanto lentamente.
Afferro un "Agostino" di Moravia.
Non ricordo se l'ho letto.
Mi scoccia andare via senza comprare nulla: ormai sono entrata!
Poi mi accorgo che il libro è, sì, nuovo, ma tutto sbertucciato e con delle ditate: però il prezzo è da libro nuovo.
Depongo Agostino.
Avrei voluto ordinare i libri che ero venuta lì a cercare, ma ormai mi stanno saltando i nervi e ci rinuncio.
Mi avvicino all'uscita, fingo di soffermarmi a guardare scaffali già sondati.
I tre bradipi sono ancora lì.
Esco.
Libreria di quartiere.
Cerco Scerbanenco.
Entro, insieme a me entra una coppia poco più grande di me, cliente abituale.
Lei chiede libri di Marco Vichi (sic!) da regalare al padre (io non avrei mai regalato carta straccia di marco vichi al mio babbo).
Io intanto leggo tutti i titoli sugli scaffali, alla ricerca di Giorgio.
Arrivo alla sezione "Gialli".
Trovo solo Marco Vichi.
Cerco Scerbanenco su qualunque altro scaffale.
Nel frattempo la coppia continua ad accumulare libri e a CHIACCHIERARE con il libraio.
Parlano tutti LENTISSIMAMENTE.
Mi innervosisco.
La coppia intanto si vanta di alcuni esami universitari, master e gite scolastiche (sono insegnanti).
Il libraio li asseconda e dà loro spago.
Intanto inizia a impacchettare ciascun libro singolarmente.
In ogni caso, lo psicologo non può sparire per un mese e mezzo limitandosi a dirmi "Dai, sono sicuro che non avrai difficoltà. Faccio il tifo ".
Avrebbe dovuto prevedere un qualche tipo di continuità assistenziale.
Mi stanno facendo capire in tutti i modi che il mio percorso di crescita all'interno dell'azienda finisce lì.
Tra un po' mi faranno il disegnino.
E quando lo faranno, io vorrò andarmene.
Non ricordo a quanto ammonta il preavviso.
Leggendo il primo libro di Scerbanenco ho pensato "Una cacata stile Marco Vichi".
Poi per fortuna a metà si è ripreso e mi ha invogliato a procurarmi il secondo.
La fregatura del welfare aziendale è che i soldi li devi spendere come dicono loro.
Il problema è che a me non interessano le crociere, i villaggi vacanze o la palestra.
E quindi la prendo in quel posto.
Firenze si riconferma la città di merda che è:
manco l'eclissi di luna è stata in grado di farci vedere.
Riuscirei a trovare qualcuno con cui smezzare il garage (e il relativo affitto)?
Con il culo che ho, NO.
Perché sono un'asociale di merda e sono sola.
Gli inquilini messicani hanno piazzato per le scale questo orrido portavasi con piante orrende. Le scale sono strette e non so quante volte ci urterò contro nel salire le scale. Idioti.
Ieri mi si è danneggiato qualcosa a livello di apparecchio, a causa di un boccone troppo croccante.
Si è un po' piegato l'arco in un punto in cui c'è del vuoto.
Lunedì telefonerò per sapere se posso andare avanti così fino a ottobre o se devo andare a farlo sistemare.
Stamani mi sono svegliata con una forte emicrania che non passa nonostante la tachipirina.
Non so se dipenda dal problema all'apparecchio.
Comunque non passa.
Sono a casa dei miei dalla gatta. Ne approfitto per tingere i capelli più comodamente di come farei a casa mia.
In attesa che passi il tempo, estraggo un libro a caso dalla libreria.
Scerbanenco.
Inizio a leggere: la prima scena è ambientata a METANOPOLI.
Nei giorni scorsi avevo visto "Il caso Mattei".
Solo coincidenze?
Il mio babbo non è stato un gran babbo. Anzi.
Mi ha tanto condizionato, soprattutto in negativo.
Ho tanti traumi e se sono una persona infelice lo devo in grande parte a lui.
Però è morto e non ce la faccio.
Purtroppo Ibra non ha mai sopportato Bubino, e ora che lui non c'è più non ne sente la mancanza (avevano circa un anno di differenza).
Però, all'epoca, a bottega avevamo la Micia e quindi lei la notte dormiva sulla branda nel magazzino con mio fratello.
Grande gatta, la Micia.
L'avevano abbandonata, non sterilizzata, davanti al nostro negozio, un agosto.
Eventualmente, si può dormire in un garage?
(mio fratello dormiva in un magazzino del negozio, quando il babbo lo aveva buttato fuori casa)