https://www.web3isgoinggreat.com/?id=wnba-sex-toy-incidents
Questo è il mondo in cui viviamo.
I posteri ci giudicheranno molto severamente, se riusciranno a capire che cazzo significa una notizia del genere.
Comunismo salvaci tu.
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Questo è il mondo in cui viviamo.
I posteri ci giudicheranno molto severamente, se riusciranno a capire che cazzo significa una notizia del genere.
Comunismo salvaci tu.
Intensificare le lotte e la solidarietà a favore della liberazione della #Palestina in un'ottica internazionalista, per fomentare la disgregazione del blocco sociale sionista in #Israele. Per chi non crede alla magia, né alla magia degli "accordi di pace" né a quella della jihad invincibile, è l'unica via plausibile per fermare il #genocidio.
Di più: noi sappiamo che il problema sono il colonialismo imperialista, la base materiale della macchina assassina israeliana, e il sionismo, cioè il nazionalismo ebraico, la sua scellerata base ideologica. Questo non apparrà chiaro, per ora, che a una piccola minoranza tra gli ebrei israeliani.
Naturalmente, come già da un pezzo si sono messi a dire i filoisraeliani in Italia, il problema è il governo #Netanyahu secondo buona parte di chi protesta in Israele. Noi sappiamo che in realtà il problema è #Israele stesso, uno Stato etnico marcio dalle sue fondamenta, che non può essere riformato e che genera i suoi Netanyahu e i coloni fascisti come la carne rancida genera i cagnotti (nella delicata metafora, gli USA sono le mosche che depongono le uova).
Per fermare una guerra servono, purtroppo, le bare che tornano a casa, anche se pochissime rispetto alle salme degli invasi; servono prove di coraggio e caparbietà immense da parte della popolazione civile vittima dell'attacco; servono la solidarietà agli oppressi e l'odio verso gli oppressori, espressi in mille forme in tutto il mondo. Questo fa, all'inizio anche molto egoisticamente, scattare qualcosa tra la gente comune, tra i lavoratori e i giovani, della nazione imperialista.
Contrapporre le proteste dentro #Israele alla resistenza, armata e non, dei palestinesi, secondo me, è sbagliato. Le proteste sono in larga misura causate dalla resistenza. Nessuna guerra totalmente vittoriosa dove gli invasori sono accolti come liberatori genera proteste di massa; la semplice rivelazione della crudeltà degli aggressori suscita magari pietà, fa orrore a una minoranza molto sensibile, ma di solito è annegata nella propaganda di guerra.
Le proteste in #Israele contro #Netanyahu sono un fatto estremamente positivo; quando sollevavo questa possibilità l'anno scorso, alle assemblee e alle manifestazioni per la #Palestina in università, vedevo che alcuni sembravano scettici, ma il lavaggio del cervello non esiste e anche un popolo drogato dalla propaganda e cresciuto nell'illusione coloniale può ribellarsi. Per non parlare del fatto che in Israele abitano anche un sacco di arabi.
Domanda per chi come me abita in città SENZA #turisti (o quasi). Ma capita anche nelle vostre città che le polemiche politiche continuino a usare come riferimento non il benessere effettivo dei cittadini ma quello virtuale dei turisti, incuranti che i suddetti turisti non esistano affatto? Io sono di #Pavia, per capirci.