Questa è una cosa di cui parlavo un paio di sere fa a cena e adesso ci ho rimuginato su abbastanza da scriverla.
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Questa è una cosa di cui parlavo un paio di sere fa a cena e adesso ci ho rimuginato su abbastanza da scriverla.
Ci sono due modi di andare in giro nel mondo (volevo dire in montagna, ma mi pare che la cosa si applichi un po' a tutto): quello di chi si porta dietro le sue regole e se le regole non si applicano le impone e quello di chi va senza niente e si mette a cercare di capire.
Il primo troverà sempre molta ostilità, perché dovrà passare un sacco di tempo a piegare le cose al suo volere e probabilmente si farà del male oltre a fare male al mondo.
Il secondo si nota meno, perché lascia poche tracce e di solito non fa proclami, ma neanche si fa del male: esiste, convive, impara.
Esempi del primo approccio, che è anche molto Europeo e occidentale:
- questa montagna è inaccessibile devo arrivare in vetta spaccando la roccia!
- questo animale con cucciolo mi sbarra il passaggio! Uccido l'animale e passo!
Ma anche:
- la natura è amica, di certo questo animale con cucciolo non mi attaccherà se passo.
- la natura offre doni, mangiamo queste bacche a caso senza sapere cosa siano.
Oppure:
- questo spazio selvaggio non si presta alla frequentazione di esseri umani, valorizziamolo e portiamo gli umani a vederlo!
Tutti questi esempi implicano l'esistenza di sovrastrutture mentali umane a cui il mondo deve adeguarsi: accessibile/inaccessibile, buono/cattivo, selvaggio/valorizzato, ostile/amichevole eccetera...
L'altro approccio è quello di chi capisce che l'universo non ha intenzioni, semplicemente è e noi, esseri umani, siamo (abbastanza insignificanti) nell'universo.
Capendo questo si smette di cercare di umano-formare la natura attorno e si vede che non c'è nessuna lotta, solo percorsi.
- L'animale con cucciolo non è buono e non è ostile, si fa gli affari suoi, ma è meglio prestare attenzione ed evitare di entrare in collisione.
- Le bacche contengono sostanze che possono essere innocue per alcuni animali e non per altri ed è meglio imparare cose a riguardo prima di mangiarle.
- La montagna è una montagna e se proprio c'è da salirla un percorso si trova provando e studiando.
- Lo spazio selvaggio è pieno di cose: piante, rocce, tracce, sentieri che richiedono tempo per essere visti e compresi e probabilmente non hanno bisogno che gli esseri umani passino con la ruspa a valorizzare.
Questo approccio richiede di rimuovere tutte le sovrastrutture e mantenere la propria mente aperta, paziente, curiosa e recettiva, mentre invece noi umani (europei, occidentali) tendiamo a crescere in ambienti artificiali, chiusi, da noi creati e quando usciamo fuori da questi ambienti lo facciamo con tutto questo bagaglio di convenzioni e automatismi e andiamo in crisi perché ci manca proprio il percorso mentale che permette di considerare che le regole della nostra bolla antropizzata non sono necessariamente le stesse regole dell'universo e lì, fuori, è meglio essere disposti a imparare tutto da capo.
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undefined rag. Gustavino Bevilacqua ha condiviso questa discussione
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@GustavinoBevilacqua @ju e in questo modo certi turisti cercano le stesse cose ovunque, e poi tornano a casa e raccontano "sono stato a Roma e ho fatto una cosa bellissima" che è poi uguale a quella che ha fatto un altro a Berlino o un altro ancora a Madrid (e non c'entra niente con quello che rappresenta il posto dove sono stati)
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@GustavinoBevilacqua @ju e in questo modo certi turisti cercano le stesse cose ovunque, e poi tornano a casa e raccontano "sono stato a Roma e ho fatto una cosa bellissima" che è poi uguale a quella che ha fatto un altro a Berlino o un altro ancora a Madrid (e non c'entra niente con quello che rappresenta il posto dove sono stati)
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@GustavinoBevilacqua @ju e in questo modo certi turisti cercano le stesse cose ovunque, e poi tornano a casa e raccontano "sono stato a Roma e ho fatto una cosa bellissima" che è poi uguale a quella che ha fatto un altro a Berlino o un altro ancora a Madrid (e non c'entra niente con quello che rappresenta il posto dove sono stati)
...ma Roma non è Roma.
La Roma dei turisti (anche la Verona dei turisti) è quella preconfezionata, diversa da quella vera, tutto intorno, intrecciata ma invisibile, parallela, dove ci vive la gente.
Il turista gira con il catalogo delle cose da vedere sotto mano, ascoltando o leggendo qualcuno che spiega un riassunto semplificato che descrive la cosa. Guarda la cosa, assaggia la cosa, beve la cosa, controlla che corrisponda al catalogo, segna "fatto" e va via.
Tra l'altro proprio ieri ho sentito alla tv un qualcuno (credo del governo?) spiegare come ci siano un sacco di posti in Italia che godono di scarso turismo e potrebbero essere resi noti, accessibili e turisticizzati...e questo sarebbe il rimedio al troppo turismo di certe altre zone.
...
CC: @GustavinoBevilacqua@mastodon.cisti.org
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È esattamente quello che dico io!
Quanti sono i turisti che, a Parigi, sono passati per Rue des Mauvais Garçons¹?
Credo non ci sia passata neppure la maggioranza delle persone che abitano a Parigi!
Eppure è un luogo molto suggestivo.
~~
¹ https://fr.wikipedia.org/wiki/Rue_des_Mauvais-Gar%C3%A7ons
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@ju @GustavinoBevilacqua ma sì infatti, la scorsa settimana sono stato (dopo tanti anni) a Monticchiello, cittadina bellissima in un paesaggio meraviglioso, qui vicino in provincia di Siena, c'era qualche persona ma poca gente (e meno male: non vorrei che venisse mai scoperta dal turismo, anche se già ci sono un paio di ristoranti costosi).
Ma tanto tutti vanno dove trovano le stesse cose da vedere e da comprare, e magari ti portano pure souvenir cinesi uguali ovunque