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Di Piero Bosio
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Ho cambiato email, devo migrare l'account e il solo pensiero "mi devasta" per citare zerocalcare

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  • muffaundefined muffa

    @jones @colmansmith @d10c4n3

    > Non mi hai risposto su "e allora come facciamo a riscaldarci senza inquinare troppo?"

    non sono un ingegnere e non ho la risposta per qualsiasi cosa. oggi però esistono tecniche di bioedilizia che permettono di creare ambienti domestici freschi d'estate e caldi d'inverno con materiali 100% naturali (paglia, calce, terra cruda, ecc), permettendo di abbattere i consumi e quindi l'inquinamento per il riscaldamento e raffreddamento delle abitazioni. e questa potrebbe essere una delle soluzioni.

    proprio stamattina stavo vedendo questo:
    https://iv.duti.dev/watch?v=-r0kr7lDY8U

    lorconundefined Questo utente è esterno a questo forum
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    lorcon
    scritto su ultima modifica di
    #49

    Io capisco quando si dice "dovremmo ridurre drasticamente la produzione" ma il punto non è fare un taglio orizzontale. Sinceramente un sistema sociale che va a tagliare sulla produzione di farmaci "perchè inquina" può essere buttato nel dimenticatoio della storia prima ancora di nascere. Qualsiasi attività in una certa misura va a impattare sugli ecosistemi, se uno vuole adottare un approccio para religioso per cui questo va evitato nel modo più assoluto, prego, sappia che crea più problemi di quelli che risolve.
    La questione è, come detto altre volte: per cosa produciamo? Per soddisfare i bisogni e migliorare le nostre vite o per il profitto? Alla fine questa è l'unica questione che conta, il resto è un contorno.

    @muffa @jones @colmansmith @d10c4n3

    Jonesundefined 1 Risposta Ultima Risposta
    • lorconundefined lorcon

      Io capisco quando si dice "dovremmo ridurre drasticamente la produzione" ma il punto non è fare un taglio orizzontale. Sinceramente un sistema sociale che va a tagliare sulla produzione di farmaci "perchè inquina" può essere buttato nel dimenticatoio della storia prima ancora di nascere. Qualsiasi attività in una certa misura va a impattare sugli ecosistemi, se uno vuole adottare un approccio para religioso per cui questo va evitato nel modo più assoluto, prego, sappia che crea più problemi di quelli che risolve.
      La questione è, come detto altre volte: per cosa produciamo? Per soddisfare i bisogni e migliorare le nostre vite o per il profitto? Alla fine questa è l'unica questione che conta, il resto è un contorno.

      @muffa @jones @colmansmith @d10c4n3

      Jonesundefined Questo utente è esterno a questo forum
      Jonesundefined Questo utente è esterno a questo forum
      Jones
      scritto su ultima modifica di
      #50

      @lorcon @muffa @colmansmith @d10c4n3

      si ma sono d'accordo, solo che come ho scritto qui, https://todon.nl/@jones/115067891069406060, per «stimare la sostenibilità potenziale delle filiere produttive in ogni suo stadio qualora impiegassero tutte le più sostenibili tra le tecnologie odierne servirebbe una collaborazione enorme tra ingegneri e scienziati in tanti campi, cosa che almeno sotto il capitalismo vedo impossibile, ma che andrebbe fatta in vista di qualsiasi cambiamento radicale del sistema globale»... o anche dopo, ma subito dopo, e sarebbe comunque difficile farlo perché richiederebbe di accordarsi a livello globale tra comunità di tanti territori diversi.

      lorconundefined 1 Risposta Ultima Risposta
      • Jonesundefined Jones

        @lorcon @muffa @colmansmith @d10c4n3

        si ma sono d'accordo, solo che come ho scritto qui, https://todon.nl/@jones/115067891069406060, per «stimare la sostenibilità potenziale delle filiere produttive in ogni suo stadio qualora impiegassero tutte le più sostenibili tra le tecnologie odierne servirebbe una collaborazione enorme tra ingegneri e scienziati in tanti campi, cosa che almeno sotto il capitalismo vedo impossibile, ma che andrebbe fatta in vista di qualsiasi cambiamento radicale del sistema globale»... o anche dopo, ma subito dopo, e sarebbe comunque difficile farlo perché richiederebbe di accordarsi a livello globale tra comunità di tanti territori diversi.

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        lorcon
        scritto su ultima modifica di
        #51

        @jones

        e troveremo il modo di farlo o creperemo nel tentativo, sicuramente è più sensato che le alternative (capitalismo o decrescita infelice)

        @muffa @colmansmith @d10c4n3

        Jonesundefined 1 Risposta Ultima Risposta
        • lorconundefined lorcon

          @jones

          e troveremo il modo di farlo o creperemo nel tentativo, sicuramente è più sensato che le alternative (capitalismo o decrescita infelice)

          @muffa @colmansmith @d10c4n3

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          Jonesundefined Questo utente è esterno a questo forum
          Jones
          scritto su ultima modifica di
          #52

          @lorcon @muffa @colmansmith @d10c4n3

          non so... il capitalismo è la merda assoluta che ci sta portando all'estinzione, ma la decrescita di per sé mi piace e per quanto mi riguarda ci vivrei volentieri, però poi mi rendo conto che non si diffonderà mai abbastanza senza agire anche sulla produzione, che comunque andrebbe socializzata per la giustizia sociale, per questo penso a prendere i mezzi di produzione e le terre, ma sono praticamente sicuro che anche quando l'avessimo fatto, sia in una prospettiva più libertaria, tipo confederalismo democratico dappertutto, sia in una più centralizzata tipo quelle con ancora lo stato (epperò finalmente in mano ai "poteri buoni" che non ci saranno mai), a tanta produzione e tanto consumo dovremmo rinunciare, si tratterebbe di stimare (idealmente ora, ma mi sa che è impossibile; forse però sarebbe possibile dopo l'internassionala) la sostenibilità di ogni filiera in ogni suo stadio in relazione a ogni possibile modo di produzione applicabile a quello stadio, e poi in base a queste stime decidere tutt'insieme globalmente cosa privilegiare (anch'io privilegerei tantissimo la salute, e in secondo luogo "internet" o una rete globale di comunicazione meno centralizzata, tipo rete mesh globale);

          (1/2)

          Jonesundefined 1 Risposta Ultima Risposta
          • Jonesundefined Jones

            @lorcon @muffa @colmansmith @d10c4n3

            non so... il capitalismo è la merda assoluta che ci sta portando all'estinzione, ma la decrescita di per sé mi piace e per quanto mi riguarda ci vivrei volentieri, però poi mi rendo conto che non si diffonderà mai abbastanza senza agire anche sulla produzione, che comunque andrebbe socializzata per la giustizia sociale, per questo penso a prendere i mezzi di produzione e le terre, ma sono praticamente sicuro che anche quando l'avessimo fatto, sia in una prospettiva più libertaria, tipo confederalismo democratico dappertutto, sia in una più centralizzata tipo quelle con ancora lo stato (epperò finalmente in mano ai "poteri buoni" che non ci saranno mai), a tanta produzione e tanto consumo dovremmo rinunciare, si tratterebbe di stimare (idealmente ora, ma mi sa che è impossibile; forse però sarebbe possibile dopo l'internassionala) la sostenibilità di ogni filiera in ogni suo stadio in relazione a ogni possibile modo di produzione applicabile a quello stadio, e poi in base a queste stime decidere tutt'insieme globalmente cosa privilegiare (anch'io privilegerei tantissimo la salute, e in secondo luogo "internet" o una rete globale di comunicazione meno centralizzata, tipo rete mesh globale);

            (1/2)

            Jonesundefined Questo utente è esterno a questo forum
            Jonesundefined Questo utente è esterno a questo forum
            Jones
            scritto su ultima modifica di
            #53

            @lorcon @muffa @colmansmith @d10c4n3

            questo tra l'altro è un processo che vedrei più compatibile con un confederalismo democratico globale, che con accordi tra stati.

            (2/2)

            d10c4n3undefined 1 Risposta Ultima Risposta
            • Jonesundefined Jones

              @lorcon @muffa @colmansmith @d10c4n3

              questo tra l'altro è un processo che vedrei più compatibile con un confederalismo democratico globale, che con accordi tra stati.

              (2/2)

              d10c4n3undefined Questo utente è esterno a questo forum
              d10c4n3undefined Questo utente è esterno a questo forum
              d10c4n3
              scritto su ultima modifica di
              #54

              @jones @lorcon @muffa @colmansmith decrescita è pure un termine ambiguo, perché tanti pensano a qualcosa come 'austero' o 'più povero'. La decrescita si riferisce soprattutto al tasso che riguarda il consumo energetico e altri consumi senza senso, certo. Per mantenere questi consumi noi invece siamo costretti e vivere in modo assurdo, in buona misura sarebbe anche una decrescita di rotture di coglioni per mantenere questi ritmi da drogati di labubu smartphone e puttanate simili.

              lorconundefined 1 Risposta Ultima Risposta
              1
              • rag. Gustavino Bevilacquaundefined rag. Gustavino Bevilacqua ha condiviso questa discussione
              • d10c4n3undefined d10c4n3

                @jones @lorcon @muffa @colmansmith decrescita è pure un termine ambiguo, perché tanti pensano a qualcosa come 'austero' o 'più povero'. La decrescita si riferisce soprattutto al tasso che riguarda il consumo energetico e altri consumi senza senso, certo. Per mantenere questi consumi noi invece siamo costretti e vivere in modo assurdo, in buona misura sarebbe anche una decrescita di rotture di coglioni per mantenere questi ritmi da drogati di labubu smartphone e puttanate simili.

                lorconundefined Questo utente è esterno a questo forum
                lorconundefined Questo utente è esterno a questo forum
                lorcon
                scritto su ultima modifica di
                #55

                @d10c4n3

                Capisco ma io decrescita l ho sempre associato come termine a latouche e a una critica ai consumi che non riesce a divenire critica al modo di produzione, una cosa un po' da frikkettoni con i soldi - categoria che ahimè mi ha smerigliato le palline per un decennio - per cui è un termine che mi è sempre stato antipatico. Che poi la critica al consumismo ci sta eh, io a vedere i labubu o stronzate simili divento abbastanza feroce, però la trovo poco incisiva

                @jones @muffa @colmansmith

                d10c4n3undefined 1 Risposta Ultima Risposta
                1
                • Leoundefined Leo ha condiviso questa discussione
                • lorconundefined lorcon

                  @d10c4n3

                  Capisco ma io decrescita l ho sempre associato come termine a latouche e a una critica ai consumi che non riesce a divenire critica al modo di produzione, una cosa un po' da frikkettoni con i soldi - categoria che ahimè mi ha smerigliato le palline per un decennio - per cui è un termine che mi è sempre stato antipatico. Che poi la critica al consumismo ci sta eh, io a vedere i labubu o stronzate simili divento abbastanza feroce, però la trovo poco incisiva

                  @jones @muffa @colmansmith

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                  d10c4n3
                  scritto su ultima modifica di
                  #56

                  @lorcon @jones @muffa @colmansmith vero. In effetti la prima volta che ho sentito parlare di decrescita è stato attraverso un architetto che fa case da decine di milioni, laureato a Oxford con fellowship ad Harvard e che al compleanno aveva invitato philippe daverio che per inciso mi è stato abbastanza sui coglioni. (Gli impaginavo un libro, all'architetto).

                  d10c4n3undefined 1 Risposta Ultima Risposta
                  • d10c4n3undefined d10c4n3

                    @lorcon @jones @muffa @colmansmith vero. In effetti la prima volta che ho sentito parlare di decrescita è stato attraverso un architetto che fa case da decine di milioni, laureato a Oxford con fellowship ad Harvard e che al compleanno aveva invitato philippe daverio che per inciso mi è stato abbastanza sui coglioni. (Gli impaginavo un libro, all'architetto).

                    d10c4n3undefined Questo utente è esterno a questo forum
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                    d10c4n3
                    scritto su ultima modifica di
                    #57

                    @lorcon @jones @muffa @colmansmith a dirla tutta, per onestà intellettuale, la critica ai sistemi di produzione non era assente, ma il punto centrale era demolire la teoria della crescita infinita e cosa avrebbe significato continuare con una crescita di pil mondiale del 3% annuo. Insomma, più che sul 'come', il focus era sul 'perché'. Da accademici ci starebbe anche, essendo il 'come' materia spaventosamente politica. Di critiche al consumismo (quella c'è l'ho messa io) non mi ricordo e neanche di quell'ecologismo alla Grillo che avrei conosciuto di lì a poco.

                    gino 🦊undefined 1 Risposta Ultima Risposta
                    • d10c4n3undefined d10c4n3

                      @lorcon @jones @muffa @colmansmith a dirla tutta, per onestà intellettuale, la critica ai sistemi di produzione non era assente, ma il punto centrale era demolire la teoria della crescita infinita e cosa avrebbe significato continuare con una crescita di pil mondiale del 3% annuo. Insomma, più che sul 'come', il focus era sul 'perché'. Da accademici ci starebbe anche, essendo il 'come' materia spaventosamente politica. Di critiche al consumismo (quella c'è l'ho messa io) non mi ricordo e neanche di quell'ecologismo alla Grillo che avrei conosciuto di lì a poco.

                      gino 🦊undefined Questo utente è esterno a questo forum
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                      gino 🦊
                      scritto su ultima modifica di
                      #58

                      @d10c4n3 @lorcon @jones @muffa la teoria della decrescita ha avuto grandi meriti in un periodo nel quale il marxismo era fermo allo sviluppismo furioso. Poi ha anche i suoi limiti ovviamente quando diventa un riformismo utopico o una copertura del capitalismo (come hanno fatto i 5stelle in Italia). Ecco non ne farei una macchietta però, visto la situazione in cui ci troviamo, pure Latouche per esempio è un autore interessante

                      1 Risposta Ultima Risposta
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